Articolo su ForlìToday
In occasione degli Erasmus Days “6 giorni per far risplendere l’Europa“, previsti a livello internazionale dal 9 al 14 ottobre, volti a celebrare Erasmus+ e la cittadinanza europea, anche il Liceo Morgagni di Forlì, al suo secondo anno di esperienza di internazionalizzazione, ha voluto contribuire coinvolgendo i propri ragazzi ed insegnanti. E’ stato chiesto ai propri alunni e docenti di rispondere alla domanda: che cos’è o cosa è stato Erasmus per te?. “Le riflessioni partono dalle esperienze pregresse ed in particolare da quella conclusasi da poco – spiegano le docenti del team Erasmus+ del Liceo Morgagni Giulia Bragaglia, Silvia Giardini, Jenny Laghi e Rita- Saltelli -. Per noi Erasmus+ significa curiosità, incontro, adattamento, voglia di stare insieme per conoscersi e condividere esperienze uniche. Nonostante l’organizzazione della settimana Erasmus ci richieda tanto impegno, siamo state veramente appagate nel vedere l’interazione di giovani desiderosi di conoscersi e anche noi docenti abbiamo avuto la possibilità di incontrare colleghi con i quali condividere il nostro percorso.”
Nella settimana dal 22 al 29 settembre, infatti, gli studenti del Lyceé Dumont D’Urville di Toulon, il Pius Gymnasium di Aquisgrana e l’Istituto Gabrielities di Barcellona e i loro docenti sono stati ospiti del Liceo Morgagni e delle famiglie di alcuni alunni. In quella settimana si è parlato di sostenibilità, cittadinanza attiva ed in particolare i laboratori sono stati incentrati sul recupero delle tradizioni femminili nell’economia domestica romagnola, come esempio lungimirante di cura delle relazioni e dell’ambiente. I ragazzi sono stati accolti in Comune da una delegazione dell’assessorato alla cultura e hanno potuto vedere una Forlì in festa grazie al parallelo evento del “Festival del Buon Vivere”, inoltre il Punto Europa della città ha offerto loro alcuni spunti di riflessione sui valori legati alla cittadinanza europea e all’uguaglianza.
Uno dei laboratori si è svolto presso Terra del Sole il 28 settembre: “divisi in due gruppi – spiega la docente di Scienze Umane Barbara Abbondanza, responsabile del laboratorio – si sono alternati nella visita della cittadella medicea e nella scoperta della civiltà contadina dei nostri territori percorrendo le sale del museo dell’Uomo e dell’Ambiente. Nell’aula didattica del museo sono stati allestiti dei workshop per approfondire, attraverso immagini, disegni e appunti alcuni aspetti significativi della vita dei nostri bisnonni e un atelier di stampa romagnola condotto dal sig. Bandini Andrea della Pro loco di Terra del Sole”.
Nelle aule del Liceo, in cui gli studenti stranieri sono stati accolti dal dirigente Marco Lega, si sono svolti altri 3 laboratori con i docenti Nicola Di Camillo, Mariasole Maglia, Laura Milanesi e Davide Tassinari. All’insegna del learning by doing i ragazzi hanno prodotto gelato artigianale, cibi poveri e di recupero e iniziato la realizzazione di un murale sugli antichi mestieri. Per la serata finale, il gruppo Erasmus+ è stato ospitato dall’Associazione Culturale Inzir, dove si è svolto il Farewell Party finale, reso ancora più speciale da un bellissimo concorso fotografico che ha coinvolto tutti i partecipanti. Il progetto, interamente finanziato con fondi dell’Unione Europea, proseguirà con la seconda fase, quando gli studenti del Morgagni si recheranno nei paesi partner nella primavera 2024.
La voce degli studenti
“Erasmus+ è stata un’occasione da non lasciarsi sfuggire – racconta Irene Arfelli -. Si tratta di un progetto che porta noi giovani a conoscere altre culture, usanze e a vivere, anche se per un breve periodo, la vita quotidiana in un paese straniero” (Arianna Angelucci); “un evento straordinario come una serata dove ci siamo incontrati tutti insieme e abbiamo condiviso storie e tradizioni e dove oltre a divertirmi ho realizzato quanto sia preziosa la diversità””. Per Viola Baludcci è stata “un’esperienza bellissima e molto formativa, soprattutto perché è stato possibile parlare inglese e imparare molte nuove cose sulla vita in un paese diverso dal mio”. Luna Branzanti ha sottolineato la voglia di “imparare a relazionarmi con altre persone e capire le mie capacità linguistiche. Ho avuto modo di conoscere nuove persone sia italiane che straniere con cui ho instaurato un’amicizia o con cui ho semplicemente condiviso una piccola parte della mia vita”.
Per Benedetta Callipari è stata invece un’occasione di “novità, ovvero si fanno nuove amicizie, si entra in contatto con nuove culture e abitudini e tutto questo ha, indubbiamente, un impatto notevole sulla nostra crescita. È anche reciprocità e adeguamento, perché per instaurare un rapporto equilibrato e sereno con il partner straniero occorre un adeguamento reciproco alle abitudini altrui; ancora, è curiosità, unicità e originalità: voglia di scoprire nuovi luoghi e vivere un’esperienza unica, ricca di emozioni e divertimento”.
Aurora Ciadini ha voluto mettersi “alla prova ed uscire dalla mia ‘comfort-zone’, infatti sono una ragazza abbastanza timida. Nonostante l’imbarazzo iniziale, è stata una bellissima esperienza attraverso la quale ho avuto modo non solo di perfezionare il mio inglese ma anche di conoscere nuove persone, culture e divertirmi”. Per Pietro Ciocca è stata un’occasione per “conoscere nuove persone e le loro usanze poi è formativo dal punto di vista linguistico per comunicare con persone che non conoscono la nostra lingua. Ed infine l’Erasmus per me, significa aprire la propria mente e divertirsi”.
“E’ un’esperienza che ti consente di conoscere ragazzi/e straniere per migliorare l’inglese e per instaurare un rapporto di amicizia. Inoltre ti permette di capire le differenze culturali e il modo di vivere di un paese diverso dal nostro”, sottolinea Teresa Franco, mentre per Stefania Freri si tratta di “un progetto fantastico che mi ha permesso di scoprire nuove culture, amicizie durature e di perfezionare le mie competenze linguistiche. Attraverso questa esperienza sono cresciuta a livello personale e accademico e ho vissuto momenti indimenticabili in compagnia di persone speciali”.
“E’ stato condivisione e confronto: durante i pasti in famiglia, con Alyssa che chiacchierava con me ed i miei genitori parlando di politica, di com’è essere oggi in Francia una ragazza franco-tunisina, spiegandoci la sua religione, ascoltando avidamente ogni racconto sulle nostre tradizioni ed i nostri usi”, sottolinea Irene Giacomini), mentre per Annagiulia Lagatta “un’occasione per scoprire che, nonostante le differenze culturali, in fondo siamo tutti accomunati dall’esperienza dell’adolescenza”. Invece per Lia Lombini è stata “un’occasione per mettere in pratica la lingua inglese e rendermi conto di quali siano le mie carenze in questo ambito e per stringere nuove amicizie, sia tra i miei compagni di scuola, sia tra gli studenti ospitati: un’esperienza formativa che ha avuto risvolti positivi”.
“E’ un progetto che non solo permette di viaggiare all’estero, permettendo così di praticare una lingua straniera al 100%, ma trovo che sia una vera e propria esperienza di amicizia e rapporto con altre persone per provare a vivere una quotidianità diversa dalla nostra”, racconta Riccardo Malmesi, mentre Martina Greta parla di “un’esperienza unica ed indimenticabile. Credo sia un’esperienza importante per la crescita personale e soprattutto culturale che ti permette di migliorare la lingua che stai studiando, stringere nuove amicizie e conoscere nuove culture e tradizioni”.
Erasmus+, prosegue Giulia Maviglia, “è l’incontro di Paesi, lingue e culture differenti. Questo progetto può aiutarci a comprendere meglio questi aspetti e ad abolire gli stereotipi, facendoci allo stesso tempo sviluppare nuove abilità come la comprensione di una lingua straniera, l’indipendenza in certe situazioni e in generale la nostra crescita personale”, mentre per Iacopo Miserocchi “è un’esperienza che ha tanti aspetti positivi, però penso che la parte migliore sia stata rapportarmi con una cultura che, pur rimanendo simile alla nostra sotto certi punti di vista, si è rivelata estremamente diversa per altri, come nei rapporti sociali dove ho riscontrato tante differenze culturali”.
Parla di “cultura, amicizia in giro per il mondo, un modo per aumentare il proprio bagaglio culturale che servirà per tutta la vita”, Sofia Panciatichi, mentre Sofia Paolini di “condivisione, della cultura, dei valori, delle abitudini’; “questo porta ad un arricchimento perché si imparano tantissime cose su un modo di vivere diverso dal nostro”. “Un’esperienza meravigliosa che mi ha dato la possibilità di conoscere nuove persone e penso sia assolutamente una delle cose migliori, ho fatto tante amicizie e ho passato una settimana incredibile e piena di divertimento – racconta Viola Pascucci -. Ho avuto la possibilità di adattarmi anche a nuove abitudini”.
Alice Ravaioli ha vissuto “momenti indimenticabili con la mia partner in giro in bicicletta in campagna, vicino casa mia: lei si è divertita molto ed io pure; erano quasi momenti magici nei quali sembrava che ci conoscessimo da sempre, senza neanche barriere linguistiche a dividerci”, mentre per Pietro Ravaioli è stata “una bellissima esperienza: quello che mi è rimasto più impresso è stato portare il mio partner a giocare a basket con dei miei amici. Infatti, anche se loro non sapevano bene come comunicare con lui, ci siamo divertiti tutti, senza il bisogno di parlare, cosa che non mi capitava da tanto”.
Iolanda Reciputi ha sottolineato la parola “scambio”, un’occasione per “conoscere le abitudini dei miei coetanei stranieri, i loro modi di esprimersi, di divertirsi, di comportarsi. Per me Erasmus è stato crescita, ho imparato a comunicare in modo efficace. Per me Erasmus è stato resilienza, riuscire a convivere con una sconosciuta così diversa da me”. Il progetto, per Emma Rinaldini, “è una possibilità di studio e di crescita morale. Nei giorni in cui i nostri partner sono venuti da noi sono sicuramente migliorata molto in inglese, ma ho anche conosciuto dei ragazzi fantastici con cui ho passato dei momenti stupendi e indimenticabili”.
Per Sarà Samorè rappresenta “un momento speciale e significativo per me. All’inizio ero impaurita e dubbiosa delle mie capacità linguistiche e relazionali ma poi è bastato poco per sentirmi a mio agio. Quando i ragazzi si incontrano è come se si parlasse una lingua universale…si ha la curiosità di conoscersi, la voglia di stare insieme, la voglia di scambiarsi esperienze di vita e racconti… Ho trovato una nuova amica con la quale condividere questa esperienza sperando di poter coltivare questa amicizia nel tempo”.
Per Margherita Sassi è stata “una vera e propria scoperta. Ho trovato un mondo di scambi di culture e tradizioni fra ragazzi che mi ha molto sorpreso e il poter condividere la propria vita quotidiana con una persona proveniente da un altro paese è un’esperienza unica e che rifarei molto volentieri in futuro”, mentre per Juliet Tusha “un’esperienza bellissima ed educativa dove ho avuto modo di conoscere ragazzi fantastici. Diverse culture, lingue e modi di fare ci hanno uniti molto facendomi capire ancora meglio quando sia bella la diversità. Ho scoperto una parte di me a cui piace mettersi alla prova e sono molto soddisfatta di ciò, rifarei il progetto Erasmus senza dubbio”.
“E’ uno scambio culturale – sottolinea Lisa Vagaggini -, il cui lato positivo si è materializzato in una mattinata in cui io e la mia compagna Rania abbiamo cucinato insieme cose diverse tipiche delle nostre culture. Allo stesso tempo ho avuto modo di mostrare la mia città e ascoltando quello che Rania ne pensava sono riuscita a vederla quasi con occhi nuovi”. Martina Vairo parla di “esperienza molto significativa, perché ho imparato cose nuove su culture e stili di vita. È sicuramente un’avventura non adatta a tutti, ma solo a coloro che hanno grande curiosità e spirito di adattamento. Grazie al programma Erasmus ho imparato a essere una persona più aperta”.
Per Anna Zaccheroni vuol dire “mettersi in gioco conoscendo nuove persone in uno scambio di culture, tradizioni e abitudini. Erasmus è anche una grande opportunità per viaggiare e creare legami di amicizie da coltivare in un futuro fin da ragazzi”, mentre per Zoe Balestra è “conoscersi, fare esperienze, imparare. E’ un’esperienza che mi ha permesso di mettermi alla prova, di farmi scoprire le mie capacità. E’ un modo di conoscere una nuova cultura e di trasmettere la nostra a qualcun altro. Sono sicura che sarà un’esperienza che mi permetterà di crescere”.
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Viale Roma 1
Donato Giano
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